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Storie (diverse) di Spirito Natalizio.
Le Feste Natalizie secondo Gloria e secondo Riccardo:
Sono Riccardo ho 52 anni ed ho sempre amato le feste natalizie. Da bambino significavano ottimi tortellini, mio padre più spesso in casa, niente scuola e un via vai di parenti che portavano piccoli regali a me e ai miei fratelli.
Nel tempo mi è rimasto il senso delle Feste come convivialità, calore, una bevuta in più con la famiglia e gli amici, un momento per stare insieme.
Il Natale per me è questo, stare insieme nella quotidianità, fare colazione per una settimana con il Pandoro nel caffellatte come fosse sempre Domenica, sciogliere i nodi delle tensioni lavorative in un sorriso di mia moglie mentre l’aiuto a stendere la pasta col mattarello, sentire i battibecchi dei miei figli che durante il resto dell’anno mi vengono solo raccontati. Ci sono con il corpo e con la mente durante le Feste e mi perdono un po’ per le lunghe assenze dei mesi precedenti.
Le Feste di Natale, sì, sono per me un momento di riscatto del mio ruolo di padre e di marito, di amico e di uomo. Vorrei fermare il tempo adesso mentre apparecchiamo la tavola per ricevere i parenti e gli amici in una serata che sarà senza dubbio speciale.
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Sono Gloria ho 35 anni e solo a pensare al Natale mi sale l’ansia. Sembra che ci si debba necessariamente divertire, partecipare ad ogni festa, fare qualcosa di diverso. Le cene di famiglia sono la fiera delle ipocrisie, non sappiamo nulla l’uno dell’altro, eppure sembra si debba condividere un panettone.
Le Feste di Natale non mi hanno mai trasmesso calore e senso di Famiglia anche perché la mia Famiglia lavorava più che mai sotto le Feste, quindi per me Dicembre significava tante giornate passate in noiosa solitudine e silenziose, troppo silenziose.
Mi piacerebbe avere lo spirito Natalizio ma proprio non è cresciuto in me.
Sono una persona serena, mi dedico al lavoro, all’amore, ho buoni amici anche se non sono la più popolare del paese ma vivo la quotidianità in modo attivo.
Durante le Feste Natalizie divento un gatto, vecchio, stanco e viziato. Le Cene con colleghi e conoscenti mi sembrano improvvisamente tristi vetrine a cui sei obbligata a partecipare per non essere additata come l’asociale del gruppo.
Guardo la gente apparentemente divertirsi mentre stappa la bottiglia di prosecco e mi chiedo cosa stia pensando… si staranno davvero divertendo così tanto? Vorrei dare un senso a questo periodo in cui si ha più tempo per pensare, vorrei fare l’Albero con convinzione e sentire la mia famiglia più vicina…poi ci penso e vorrei solo andare in letargo e svegliarmi nella normalità di metà Gennaio.