• Via Roma 62, Crevalcore (BO)
  • Lun-Ven: dalle 9.00 alle 19.00

Yearly Archives: 2017

Il Circolo della Sicurezza- Edizione 2017

Corso per Genitori con figli di qualsiasi età ed Educatori  tenuto dal Dott. Paolo De Pascalis

Si tratta di un Corso Psico-educativo per genitori elaborato negli Stati Uniti che si basa sulla relazione e l’attaccamento tra genitori e figli.

“Quando i bambini sono angosciati la disponibilità dei genitori si riduce – invece di aumentare – e di conseguenza i bambini imparano a ottimizzare la possibilità di mantenere una connessione con i genitori, sviluppando strategie comportamentali che mascherano o esagerano i fondamentali bisogni di attaccamento; cercano in questo modo di ridurre l’angoscia del genitore e di raggiungere la maggior vicinanza psicologica possibile”. Cit-

Sei educatore o insegnante? Il Circolo della Sicurezza ti aiuterà a gestire le situazioni di crisi, le difficoltà di distacco dei bambini dalla famiglia e a capire che non esistono Bambini problematici se l’Adulto (Noi), è in grado di essere più SAGGIO e di mettersi in Ascolto.

Il Corso è stimolante e interattivo, si utilizzano Video, Immagini, Musica.

CONSIGLIAMO DI PARTECIPARE AL PRIMO INCONTRO GRATUITO senza impegno
IL 10 Ottobre 2017 ore 21.00
PER RENDERSI CONTO DI COSA SI TRATTA

9 incontri.
Costo totale del corso 180 € partecipazione individuale
Costo totale del corso 230 € partecipazione in coppia

 

PER INFO tel: 346 5156579
info@centroaurora.eu

Fame Emotiva – Cosa è, come affrontarla.

Fame Emotiva- Percorso integrato tra Psicoterapia e Nutrizione

La fame emotiva è una condizione nella quale si tende a mangiare per rispondere a stimoli diversi rispetto al bisogno specifico di nutrirsi.
A volte si percepisce come fame l’attivazione emotiva: ansia, noia, solitudine, un conflitto, un trauma, possono condurre la persona a cercare il cibo per tentare di gestire le spiacevoli sensazioni che queste emozioni evocano.

Se le cause che stanno alla base di questo comportamento possono essere molteplici, il risultato è spesso l’aumento di peso e i frequenti sensi di colpa successivi agli episodi di fame Emotiva.

fame emotiva- schema
Il Circolo Vizioso della Fame Emotiva

Una Psicoterapeuta specializzata nei disturbi dell’alimentazione seguirà il percorso.

Parallelamente ed in team con la Psicoterapeuta lavora il Dietista che indagando sulle abitudini alimentari e sui cibi che nello specifico danno alla persona quel senso effimero e di breve durata di appagamento, riesce a trovare validi sostituti e strategie per correggere il più possibile le abitudini errate.
I cibi infatti che normalmente danno più appagamento nell’immediato sono quelli ricchi di zuccheri o di sale capaci di creare velocemente dipendenza senza dare i necessari nutrienti.

Dapprima con un’alimentazione bilanciata e ripartita correttamente si consente al proprio corpo di gestire la fame in maniera ottimale, imparando a riconoscere quella corretta da quella” sbagliata”, per poi andare a contrastare con giuste accortezze quelle che sono le spinte e le pulsioni verso il cibo per emotività.

I percorsi sono paralleli, individuali e prevedono un lavoro in team dei due Professionisti. Nel caso si intendesse iniziare un percorso solo (con la Psicoterapeuta o con il Dietista) ed eventualmente integrarlo successivamente è possibile farlo.

Per informazioni contattare il Centro Aurora.

Il Disturbo Post Traumatico- lo conosci?

La Storia di Marco, 40 anni

Ero un uomo come tutti fino a 3 anni fa quando camminando per strada un’auto a tutta velocità mi piombò addosso senza che io potessi fare nulla per evitarlo.
L’ho vista, in una frazione di secondo, cambiare traiettoria e puntare su di me.
Una frazione di secondo in cui ho sentito la morte addosso poi più nulla.

Ho passato un paio di mesi in ospedale, inizialmente la mia situazione era critica, la mia famiglia pensava di perdermi da un giorno all’altro, poi giorno dopo giorno piccoli miglioramenti ed ora ho recuperato quasi interamente la funzionalità fisica ma dentro di me ero in coma emozionale.

Il pensiero di ciò che ha provato la mia famiglia in quei giorni di incertezza mi tormenta, mi sento in colpa per le sofferenze di mia moglie, di mia figlia e di mia madre che in due mesi ha perso la metà del suo peso.
Razionalmente sapevo che non era colpa mia ma dentro di me era un tormento.

Insonnia, incertezza su tutto e su tutti, sono diventato diffidente, timoroso e inquieto.
Accompagnavo mia figlia fino al portone della scuola, cercavo di non essere mai da solo, mi guardavo alle spalle sempre. La mia situazione era diventata insostenibile per mia moglie, la notte non dormivo più con lei, dovevo alzarmi, controllare che tutto fosse a posto dalla finestra, avevo pensieri ricorrenti.
Il mio peggior pensiero era che un auto piombasse sulla mia casa e io non riuscissi a portare in salvo la mia famiglia.

Ho preso psicofarmaci per un po’, consigliato dal mio medico, ero sedato ma i pensieri ricorrenti non mi avevano abbandonato.
Io ero una pentola in ebollizione, non potevo continuare ad aggiungere acqua fredda in eterno, dovevo cercare di abbassare la fiamma, così ho intrapreso un percorso di Psicoterapia.


La diagnosi fu chiara da subito: Disturbo Post Traumatico da Stress

La Terapia

Mi è stata proposta la Tecnica dell’EMDR, erano passati due anni dall’incidente ma il mio cervello non era riuscito ad archiviare correttamente il ricordo dell’evento per cui il pensiero mi scovava in qualsiasi momento della giornata, in qualsiasi situazione, si affacciava e mi rapiva. Quante giornate e notti rovinate. Quante emozioni non vissute…

L’EMDR mi ha cambiato la vita. In poco tempo, molto meno di quanto credessi, ho rielaborato il mio vissuto e ho superato le mie incertezze, ho trovato il mio luogo sicuro è rimasto il triste ricordo, certo, ma non sono più schiavo. Ora comando io.

25 Maggio – Psicologo in Farmacia

Nuovo appuntamento presso Farmacia Zoccoli di Crevalcore con il Dott. Palumbo per un breve colloquio gratuito, riservato e individuale.
Per avere un confronto, un chiarimento una informazione su ciò che la Psicologia e la Psicoterapia può fare per te.
Appuntamenti direttamente in Farmacia Zoccoli.

Sono un eterno Figlio

Sono Marco e ho 28 anni.
Sono cresciuto in una famiglia in cui nulla è mai mancato.
A 16 anni non andavo a lavorare in campagna d’estate come molti miei amici ma facevo un mese di mare non ho mai dovuto guadagnare nulla, avevo tutto, nessuno mi ha mai chiesto nulla a casa mia.
Ho studiato finchè ne ho avuto voglia poi sono andato a lavorare con mio padre.

Dipendenza dai genitori
Figlio o Compagno?

Mi sono fidanzato e sono andato a vivere nella casa appena ristrutturata dai miei proprio accanto a loro.
Pranzo e cena quasi sempre pronti da mia madre, mai dovuto pensare a lavare o pulire, ero praticamente in una dependance dei miei.
Mi sembrava andasse tutto bene poi a un certo punto con la mia fidanzata tutto è andato a rotoli. Lei mi accusava di essere succube di mio padre, di non saper prendere decisioni da solo, di non saper uscire dal ruolo di figlio.
La presenza dei miei le sembrava eccessiva, non avevamo la nostra routine, una casa tutta nostra in cui poter fare quello che volevamo, tutto era sempre già fatto, a me sembrava comodo a lei sembrava soffocante.
L’ho capito solo dopo quanto avesse ragione. Era troppo tardi quando mi sono reso conto di essere un figlio cresciuto che si era lasciato trascinare dai genitori per troppo tempo, dove loro pensavano sarebbe stato meglio per me, e la cosa buffa è che ero arrivato a credere che fosse davvero il meglio per me.
Loro lo facevano in buona fede, lo so, molto attenti troppo presenti riuscivano ad imporre le loro decisioni senza alzare la voce perché io ero abituato a lasciarglielo fare.

Percorso Psicologico

Il percorso che ho dovuto fare per riprendermi la mia autonomia e accettare di essere un adulto senza cordone ombelicale non è stato privo di ostacoli.

Il supporto psicologico è stato fondamentale, per tanti anni ho vestito un ruolo che doveva evolvere.
Era necessario crescere e fare questo percorso ora sono pronto per una nuova relazione, da uomo, indipendente che vuole bene ai suoi genitori ma sa delimitare i suoi spazi e fare i suoi errori senza che nessuno li prevenga o li corregga al posto mio.

Omosessualità – testimonianza

Sono Pietro ho 29 anni.
Vivo da solo da 3 anni, da quando ho preso consapevolezza della mia omosessualità.
La mia esperienza non è diversa da quella di tanti ragazzi e ragazze che durante l’adolescenza e a volte anche prima, si scoprono con interessi diversi da quelli degli amici.
La mia adolescenza è stata bella ma non spensierata. Avevo amici e amiche, gli stessi di ora, una famiglia che mi vuole bene ma con cui non sono mai riuscito ad esprimere quello che mi frullava per la testa.
Ero spensierato con le mie amiche, un po’ meno con i miei amici, ma comunque li frequentavo volentieri, facevo sport insieme a loro e mi divertivo, alle Medie bisogna divertirsi…
Arrivato alle superiori gli interessi degli amici e delle amiche erano già cambiati ed io faticavo ad inquadrarmi. Mi dicevo che forse mi ci voleva solo un po’ più di tempo quindi fino ai 15 anni ci ho pensato poco anche se il senso di inquietudine mi ribolliva dentro.

Ho avuto attacchi di dolori addominali molto forti e ripetuti, ho fatto tanti esami poi mi dissero che potevano essere spasmi nervosi dovuti all’età, l’adolescenza è un periodo travagliato per tutti e qualcuno somatizza le proprie preoccupazioni.

Era proprio così per me. L’ho capito a 16 anni in un giorno di fine estate, ero con la mia compagnia in bici al campo di basket, pronti per una partita improvvisata con ragazzi che conoscevo poco… Appena iniziato mi sono scontrato con uno di questi ragazzi lui mi ha dato la mano per rialzarmi e Boooom!. Ho sentito una morsa nello stomaco, l’intestino si è srotolato, una sensazione bellissima e dolorosa. Mi sono dovuto sedere un attimo con una scusa. In quell’attimo preciso ho capito che quel ragazzo mi aveva dato una emozione sconosciuta, intensa e meravigliosa.
Ci ho pensato tutta la notte a quella sensazione, il ragazzo non so neanche come si chiami, mi si è fermato il mondo, mi è salita anche la paura, paura di aver provato una emozione sbagliata o una emozione giusta per la persona sbagliata.
Per diversi mesi ho cercato di studiare le mie emozioni in ogni attimo della giornata per capire se fosse stato un caso isolato, se la stessa cosa la provavo anche per una qualche ragazza. Ma nulla.
Ecco come ho capito di essere attratto dai ragazzi.
Accettare questa cosa non è facile, trovare il modo e le parole giuste per dirlo ai propri genitori, per quanto aperti ed accoglienti è complicato, hai paura che qualcosa cambi anche nei rapporti con gli amici, ero veramente impaurito e preoccupato per la reazione di mio padre.

Sostegno Psicologico

sostegno psicologico omosessualità
vivere le emozioni liberamente

Il sostegno psicologico mi ha aiutato in questo, a non soffocare i miei sentimenti, a vivere la vita e le emozioni come fanno tutti, con libertà. L’accompagnamento e l’iniezione di fiducia mi sono serviti per parlare con i miei genitori, per non nascondermi più e soffocare quella leggera vergogna che ingiustamente mi portavo addosso. Qualcosa è cambiato da quando ho iniziato il percorso psicologico, io sono più sicuro di me, più leggero, sto meglio con me stesso e di conseguenza anche gli altri stanno meglio con me, sono meno concentrato ad ascoltare ogni mia vibrazione, meno focalizzato sui miei pensieri e posso essere pienamente amico, figlio e compagno.

Non riesco a diventare Mamma- Storia

Sono Monica ed ho 38 anni, sono sposata da 9 anni e non ho figli.
“Fino ai 30 anni non ho mai sentito il desiderio di essere mamma anzi, ho puntato molto sul mio lavoro e le amiche che rimanevano incinte mi davano la sensazione di essere state vincolate, fermate nel loro viaggio verso l’indipendenza e la libertà dell’improvvisazione.
Con il tempo, piano piano, è cresciuto in me un desiderio (forse dovuto agli ormoni non lo so) e a 32 anni abbiamo deciso di diventare genitori… ingenuamente pensavo che il momento della decisione coincidesse con l’avvio di una gravidanza e invece no…

Passano gli anni, continuiamo a provarci sempre, quasi con rabbia e sfida nei confronti di noi stessi. Ci siamo rivolti a più Centri di fertilità, fatti esami ma non è risultato nulla di anomalo se non che la mia età stava avanzando un po’ troppo per fare il primo figlio.

Iniziamo a transitare per i reparti di “infertilità”, a raccogliere informazioni sui metodi e sulle leggi, un mondo a parte che ignoravo fino a poco tempo fa.
Facciamo l’inseminazione poi una fecondazione ma nulla.
Come mi sentivo dopo l’ennesima mestruazione non voluta? Una fallita. Avevo identificato nella gravidanza tutta me stessa. Se non riuscivo in quello non riuscivo in nulla.
Intorno a me, la mia mente in modo subdolo, mi faceva notare solo pancioni e bambini. Le amiche mi dicevano che dovevo solo rilassarmi e smetterla di pensarci, come se fosse una cosa semplice, ero ormai dipendente dal pensiero di aspettare un figlio.
Qualcuna mi diceva pure, nei momenti di crisi, che ero fortunata perché i figli sono una grande responsabilità e un impegno e che io invece potevo godermi la vita come e quando volevo. Le stesse persone poi, quando si usciva in compagnia (poche volte), non parlavano d’altro dei progressi dei loro bambini con aria soddisfatta e compiacente ed io mi sentivo sempre più alienata.
Non ho fatto una psicoterapia per uscire da questo loop ma una serie di colloqui che mi hanno guidata fuori dal mio “rimuginio”, dal pensiero fisso, dall’ansia da prestazione e dalla identificazione di me stessa in questa “impresa”. “

Cosa puoi fare

Specialmente nei casi in cui l’infertilità è idiopatica ossia di origine sconosciuta (non succede e basta) la mente esercita sul corpo un reale potere. La distensione, il mollare la presa e il riuscire davvero a non pensarci in modo compulsivo

gravidanza desiderata infertilità
Missione: Diventare Genitori

a volte danno l’opportunità di avverare quel desiderio.
Se non capita, se non può capitare, se non si diventa genitori pur desiderandolo, se passa l’età massima, il processo di accettazione della situazione e della consapevolezza deve fare il suo corso. Se questo processo crea disagio e difficoltà, chiedere aiuto è possibile e doveroso per continuare a vivere a pieno la propria vita individuale e di coppia.
Può accadere che queste difficoltà vadano a minare la relazione di coppia, anche in questo caso il supporto psicologico può guidare verso la stabilizzazione degli equilibri.

Ho la Sclerosi Multipla…(testimonianza)

supporto psicologico sclerosi multiplaLa testimonianza di Manuela 26 anni.
“E’ un anno oggi, un anno esatto dalla sentenza. Ero con mia madre in sala d’attesa in ospedale, mi avevano chiamata per gli esiti della risonanza che avevo fatto e che di sicuro non davano buone notizie visto che ci hanno convocati personalmente per consegnarceli.
Davo un nome ai miei dolori, ai miei formicolii improvvisi, ai miei disturbi alla vista. Avevo letto un sacco di cose su Internet e in fondo ero preparata ma sentirselo dire proprio è un’altra cosa: Sclerosi Multipla.
Non so dire come mi sono sentita, mi si sono paralizzate le emozioni per un paio di giorni. Poi mi ha assalito una rabbia verso tutto e tutti, verso chi sta bene, verso chi mi voleva stare vicino.
Mille domande mi sono venute in mente in questi mesi, potrò avere dei figli? Quale sarà il possibile decorso? Troveranno mai una cura efficace? Chi si curerà di me quando non sarò più autosufficiente?
Ho pianto, tanto, mi sono sollevata e sono caduta mille volte in un anno. Ho trattato male alcune persone lo so. Il mio fidanzato voleva solo starmi vicino e io inconsciamente l’ho allontanato, forse per proteggerlo, forse perché mi sentivo in colpa, forse perché sono una normalissima stronza.
Sto trovando piano piano un equilibrio nuovo tra le mie emozioni, le mie aspettative e i miei obiettivi.
Il sostegno psicologico mi sta aiutando ad accettare questa condizione, i momenti di ricaduta, le cure e i loro effetti collaterali. Mi pongo obiettivi a breve termine e sfrutto ogni mia energia per godermi la vita. Mi sto riavvicinando al mio ex fidanzato, perché la vita breve o lunga che sia va vissuta a colori e l’amore è per me l’azzurro del cielo.
Certo la Manuela che conoscevo prima della Sentenza non c’è più, mi sento completamente cambiata, ho valori diversi e apprezzo cose diverse. Accetto l’aiuto degli altri perché non sono Supergirl e quello che mi è successo è davvero una c** di mazzata!”

Il sostegno psicologico fatto da specialisti nell’ambito delle malattie croniche è un valore aggiunto. Chi soffre di una malattia cronica non dovrebbe negarsi un aiuto Professionale per fronteggiare al meglio tutte le fasi della malattia e trovare un proprio spazio esclusivo in cui liberarsi di tutti i pesi emotivi.
Presso il nostro Centro si occupano del supporto in caso di malattie croniche il Dott. Palumbo e la Dott.ssa Minozzi.